L’immigrazione illegale (o immigrazione clandestina o immigrazione irregolare) è l’ingresso o il soggiorno di cittadini stranieri in violazione delle leggi di immigrazione del paese di destinazione.
Lo status degli immigrati illegali è nella maggior parte dei casi temporaneo. Può accadere che persone entrate clandestinamente, senza presentare le proprie generalità ai controlli di frontiera, riescano successivamente a sanare la loro posizione sul territorio, tramite “sanatorie” o “regolarizzazioni”. Viceversa persone entrate legalmente sul territorio possono restarvi per un tempo superiore al previsto e divenire quindi “irregolari” (“overstaying”, cioè soggiornanti oltre il tempo consentito), non riuscendo a rientrare nelle casistiche previste per ciascuna “sanatoria”.
Gli immigrati sono di solito mossi dalla ricerca di condizioni di vita migliori, spesso i Paesi di provenienza sono poveri oppure in quei Paesi non vengono rispettati i diritti civili. In quest’ultimo caso, potrebbero avere diritto ad ottenere lo status di rifugiati richiedenti asilo.
L’immigrazione illegale, così come quella regolare, è un fenomeno di cui sono oggetto generalmente i Paesi più ricchi, seguendo rotte e modalità di trasporto svariate. Tali spostamenti vengono definiti irregolari se avvengono senza la necessaria documentazione e per altro di frequente coinvolgono trafficanti di esseri umani, talvolta costituiti in vere e proprie organizzazioni criminali dirette al loro sfruttamento. Le persone che si muovono in questa maniera spesso mettono a rischio la propria vita, sono obbligate a viaggiare in condizioni disumane e possono essere oggetto di sfruttamento e abuso.
L’immigrazione illegale, per le condizioni in cui viene praticata, è spesso causa di tragedie che mettono a rischio la vita degli aspiranti immigrati: secondo la rete antirazzista europea United for intercultural action, oltre 3000 persone, tra rifugiati e immigrati, sono morte all’interno e ai confini dell’Unione europea dal 1993 ad oggi (oltre 600 nel tentativo di raggiungere il territorio italiano). Le organizzazioni criminali internazionali che organizzano il traffico illegale di persone (per un giro d’affari globale stimato dall’ACNUR in 5-7 miliardi di euro ogni anno), per eludere i crescenti controlli alle frontiere ricercano infatti vie d’ingresso sempre più pericolose.
Le numerose regolarizzazioni e sanatorie messe in atto negli ultimi 10 anni da tutti i Paesi di immigrazione a favore di stranieri residenti illegalmente sul loro territorio, dimostrano l’inefficacia delle politiche di chiusura delle frontiere per contrastare l’immigrazione illegale, tanto che l’attuale commissario europeo per la Giustizia e gli Affari interni, António Vitorino, ammette: “è giunta l’ora di politiche più realistiche di ammissione e integrazione, anche alla luce delle necessità del mercato del lavoro europeo e degli andamenti demografici”.
Secondo la normativa italiana, sono considerati clandestini gli stranieri che sono entrati in Italia senza regolare visto di ingresso e irregolari gli stranieri che hanno perduto i requisiti necessari per la permanenza sul territorio nazionale (permesso di soggiorno scaduto e non rinnovato), di cui erano però in possesso all’ingresso in Italia. Tali immigrati devono essere respinti alla frontiera o espulsi. Coloro che non possono essere espulsi immediatamente perché occorre prestare loro soccorso, occorre compiere accertamenti sulla loro identità o nazionalità, occorre preparare i documenti per il viaggio, oppure non è disponibile un mezzo di trasporto idoneo, devono essere trattenuti, previo provvedimento del questore convalidato dal magistrato, presso appositi centri di permanenza temporanea per il tempo strettamente necessario per la loro identificazione ed espulsione.
La nuova legge sull’immigrazione, inoltre, prevede pene severe per chi favorisce l’immigrazione illegale (art. 11) e introduce l’arresto da sei mesi a un anno per gli stranieri espulsi che rientrano nel territorio italiano (VEDI SCHEDA ESPULSIONE)./strong>